mercoledì 10 aprile 2013

La mucca, il pollo, il maiale, il cavallo ed ora???Di nuovo il pollo...

Solo qualche giorno fa eravamo qui a discutere dello scandalo della carne di cavallo ritrovata in molti prodotti che, stando alle informazioni dichiarate dalle confezioni, non dovevano contenerne.
Sembrava quasi che la bufera stesse per terminare, senza lasciare particolari strascichi nelle menti e soprattutto sulla salute dei consumatori. Molti di essi avevano ripreso a scegliere tutti i prodotti, esclusi quelli bloccati dagli organi di vigilanza, rimettendo in moto un settore del commercio alimentare che ha subito un brusco calo.
Ho detto "sembrava" perché, in realtà, durante l'ultima settimana, in Cina vi sono stati 33 casi di influenza aviaria che hanno causato 9 morti; questi eventi hanno fatto si che ritornasse quel fantasma che nel 2003, a causa del virus H5N1, sconvolse l'intera comunità.
H7N9 è il responsabile di questa nuova influenza aviaria, fa parte della famiglia dei virus influenzali di tipo A ed è un lontano parente del sopracitato H5N1; fortunatamente per adesso i rischi sono bassi, poiché il virus si trasmette all'uomo solo se a contatto con volatili VIVI e INFETTI, ma le autorità suggeriscono di non abbassare la guardia poiché esso potrebbe diventare più pericoloso acquisendo la capacità di trasmetteresi da uomo a uomo.
Questa è solo una remota possibilità che potrebbe causare lo sviluppo di un'estesa epidemia; per ora però gli unici interessati devono essere gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che stanno monitorando i singoli casi e tracciando un identikit del virus e il relativo vaccino.
Per questo motivo, speriamo che i media non carichino di tensione e paura i consumatori, causando una flessione delle vendite di polli e derivati del tutto immotivata; ricordo nuovamente, infatti, che l'unica via di trasmissione avviene per contatto diretto con volatili vivi ed infetti ed è, quindi, limitata a quegli individui che per lavoro o altri interessi possiedono degli allevamenti di questi animali.


giovedì 4 aprile 2013

Digiuno, autofagia e longevità.

Con questo articolo vorrei inaugurare la nuova rubrica dedicata ai libri, una sezione nata dalla sempre più massiccia presenza di testi che trattano l'argomento dell'alimentazione in tutte le salse;in qualsiasi libreria potremmo scovare delle rubriche di ricette, libri più impegnativi o manuali che ci presentano la dieta più in voga del momento. Non è tutto oro ciò che luccica però, non sempre i libri contengono la verità assoluta ed ho quindi deciso di fare un po' di chiarezza rendendomi disponibile ad ognuno di voi per recensire diversi libri, oppure dar spazio a nuovi autori che si affacciano per la prima volta al mondo dell'editoria.
Qualche giorno fa ho ricevuto dalla casa editrice Erga edizioni il libro "Digiuno, Autofagia e Longevità" del dott. Ulisse Franciosi; devo ammettere che il titolo mi ha lasciato un po' scettico, per via della mia opinione già dichiarata sul digiuno, e ho iniziato la lettura con più di qualche remora.
In realtà il libro è ben scritto, con un ottimo mix tra dati scientifici ed excursus sulle varianti di digiuno presenti al mondo; spiega i particolari fisiologici alla base della teoria che "digiuni programmati" possano stimolare l'autofagia nonché il rinnovamento cellulare e quindi migliorare la nostra salute.
Il punto di raccordo tra la mia opinione e la teoria proposta dal libro si fonda sulla restrizione calorica, ovvero una diminuzione delle calorie assunte con la dieta quotidiana, che permetta però un'assimilazione sufficiente e il giusto bilanciamento tra le sostanze nutritive. Viviamo in una parte di mondo in cui la sovra-alimentazione e l'obesità la fanno da padrone, generando un' innumerevole varietà di fattori di rischio per la salute; per questo motivo è opportuno ridurre la quantità di calorie assunte, non solo per il mantenimento del peso forma ma anche e soprattutto per vivere meglio e più a lungo.
Molto interessante la parte dedicata ai digiuni preventivi, delle astensioni dal cibo per brevi periodi per cui i benefici prevalgono sui pericoli. In particolare vorrei spendere due parole sulla proposta di astenersi dalla cena per un giorno la settimana, ricreando un piccolo intervallo di digiuno dal pranzo alla colazione successiva; questa pratica, più semplice da seguire, permette di circoscrivere la mancanza di nutrienti e calorie ad un periodo della giornata con scarsa attività fisica, ma, allo stesso tempo, permette di avviare quei processi autofagici che promettono di garantire una maggiore longevità.
Il libro, nel suo complesso, è interessante e si basa su delle reali ricerche scientifiche che avvalorano la tesi esposta; inoltre si presta alla lettura sia da parte di professionisti del settore che di soggetti con un minimo interesse per il mondo della biologia e della nutrizione, presentando un argomento che si sta affacciando con prepotenza anche ai non esperti.
Sicuramente il digiuno è uno dei must del momento, come dimostrato anche dal libro di Umberto Veronesi "La dieta del digiuno", occorre però chiarire che la pratica a cui si riferisce il libro non è prolungata nel tempo e, soprattutto, è limitata a periodi in cui il nostro organismo non è sollecitato a livello fisico e mentale. Il digiuno, infatti, non fa parte della nostra natura ma queste nuove ricerche possono migliorare la conoscenza sull'argomento e sostenere la tesi che molte malattie del nostro tempo siano causate da un errato modo di alimentarsi.