mercoledì 30 gennaio 2013

D come dieta dimagrante

Oggi vorrei fare un discorso ad ampio respiro su uno degli argomenti che, sia su internet che nella vita di tutti i giorni, interessa ognuno di noi: la dieta e la terribile ossessione per la bilancia. In linea di massima possiamo dividere i consumatori in due grandi gruppi: chi si interessa delle proprietà caloriche di ogni singolo alimento, fa attenzione a non eccedere in grassi e carboidrati ed accompagna il tutto con una frequente attività fisica; chi, invece, è meno attento e preferisce il gusto alla linea e soprattutto alla propria salute.
In ogni caso, sia che si appartenga al primo che al secondo gruppo, ognuno di noi è venuto in contatto, direttamente o indirettamente, con i consigli di un dietologo, un biologo nutrizionista o qualsiasi altro professionista. Basta fare un giro sul web o in una qualsiasi libreria per essere bombardati da informazioni di ogni tipo, consultare una nuova dieta e vedere gli effetti che ha avuto su Tizio o Caio.
Sono pochi, però, coloro che realmente spiegano le caratteristiche di ciascun programma nutrizionale, analizzandone i pro ed i contro e sottolineando la durata del trattamento. Sono questi i punti da cui si discosta una tipica dieta dimagrante da un'alimentazione sana ed equilibrata. In linea generale, infatti, ogni dieta che promette la perdita di peso è caratterizzata da un deficit che viene colmato dal nostro organismo facendo ricorso alle riserve accumulate negli anni. Questa carenza può riguardare le calorie nel loro complesso, oppure un singolo gruppo di sostanze nutritive come i carboidrati in molte diete diete iperproteiche.
Questo è il principale motivo per cui, una volta raggiunto il proprio peso ideale, non è possibile considerare il programma seguito come modello nutrizionale di ogni giorno.
L'ideale sarebbe, infatti, affiancare una dieta equilibrata ad un'attività fisica aerobica; la prima darebbe il giusto apporto calorico mentre la seconda contribuirebbe a bruciare i grassi in eccesso. La palestra, invece, considerata esclusivamente come body-building, non permette gli stessi risultati, anche se la costituzione di massa magra aiuta ad accelerare il metabolismo ed aumentare il fabbisogno calorico.
Mezz'ora di cyclette al giorno, una lunga camminata o qualsiasi sport di movimento sono consigliabili a chi è attento alla propria linea senza però sottoporsi ad una dieta ferrea e soprattutto non equilibrata. Inoltre, abituarsi ad un stile di vita del genere evita il classico effetto "yo-yo", ovvero la possibilità di riprendere il peso perduto in lassi di tempo molto brevi successivi alla sospensione della dieta

domenica 27 gennaio 2013

C come conservazione e cottura.

Sin dall'antichità, l'uomo ha cercato di sviluppare delle tecniche per utilizzare al meglio i prodotti alimentari e migliorarne la sicurezza per la nostra salute, la digeribilità e il gusto.
I processi di conservazione e cottura, infatti, non solo permettono di ampliare le possibilità di scelta e la varietà di cibi, ma danno la possibilità di abbracciare le esigenze di ogni singolo consumatore.
La conservazione di ciascun prodotto si prefigge di conservare la quantità e la qualità dei singoli nutrienti, nonché di garantire l'incontaminazione da parte di molti microrganismi. L'umidità è il principale nemico di questo secondo obiettivo, in quanto dove c'è acqua c'è vita; un prodotto non completamente disidratato permette, nel tempo, la crescita di batteri, funghi e muffe, possedendo quindi una scadenza a breve termine. I cibi del tutto privati di acqua, se in idonee confezioni, possono essere consumati dopo lunghi periodi.
Tra le tecniche che tendono ad eliminare l'acqua è opportuno ricordare la stagionatura, l'essiccamento e la liofilizzazione, elencate in ordine crescente per quanto riguarda i livelli di preservazione dei valori nutrizionali; congelamento e surgelamento, invece, tendono a solidificare, rispettivamente in modo lento e rapido, l'acqua, rendendo il prodotto inadatto alla proliferazione microbica. I metodi di congelamento rapido tendono a proteggere l'integrità delle cellule, non privando gli alimenti, una volta scongelati, di liquidi ricchi di sostanze nutritive.
Altri processi che sfruttano la temperatura sono la pastorizzazione e la sterilizzazione; entrambi causano delle modifiche nelle proprietà organolettiche dei prodotti e alterano, in particolar modo, l'attività delle vitamine termolabili, in relazione alle temperature raggiunte.



Con lo sviluppo dell'industria agroalimentare è sempre più aumentato l'utilizzo di additivi chimici o naturali nella conservazione dei cibi, raccomandando però ogni tipo di precauzione per non mettere a rischio la nostra salute.
La cottura, invece, viene utilizzata per migliorare la sicurezza e la digeribilità dei cibi, ma la sua pratica grava e influenza inevitabilmente le caratteristiche dei singoli alimenti e del piatto nel suo complesso. E' chiaro come ogni metodo conferisca un apporto calorico diverso, da considerare nello stilare una dieta dimagrante, ma sono i nutrienti sensibili alle alte temperature a subirne gli effetti peggiori.
La cottura a vapore è quella che più protegge i micronutrienti dall'azione del calore, tutte le altre, invece, tendono a ridurne la qualità e la quantità all'aumentare della temperatura e del tempo di cottura. Inoltre è utile, quando è possibile, utilizzare l'acqua di cottura, ricca di sostanze nutritive perse dai prodotti, per condire i nostri piatti.
Ovviamente questi sono solo dei piccoli consigli e nozioni riguardo questo vastissimo argomento che dovrebbe interessare ogni singolo consumatore; sarebbe necessario un intero libro per poter approfondire ogni singola tecnica di conservazione e cottura e applicarla a tutti gli alimenti.
In linea generale, però, sono preferibili cibi freschi e poco cotti, a meno di specifiche richieste per garantire la sicurezza del nostro organismo.


mercoledì 23 gennaio 2013

B come bevande

Il nostro organismo è composto per quasi il 70% da acqua, una media ottenuta da valori diversi in relazione ai diversi organi, alcuni particolarmente idratati, altri un po' meno.
Questo ci permette di intuire l'importanza di questo alimento, talvolta non valorizzato o comunque considerato estraneo alla nostra dieta.
I liquidi vengono persi attraverso diversi processi tra cui la sudorazione, la traspirazione, l'espirazione oltre che con le urine; solitamente, in un individuo sano, lo stimolo della sete permette di controllare i livelli di acqua nell'organismo, evitando di "restare a secco"; non è però sempre così facile e il controllo di questo stimolo può non funzionare al meglio. Per questo motivo è sempre consigliabile bere almeno 2 litri di acqua al giorno, non dimenticando, però, i liquidi assunti con il cibo.
È inoltre importante imparare che, pur essendo fondamentale, non è sempre il momento giusto per bere; in particolare durante i pasti, un eccessivo apporto di acqua potrebbe rallentare la digestione diluendo i succhi gastrici. È preferibile, infatti, reidratarsi tra un pasto ed un altro, durante un'attività fisica o poco prima di sedersi a tavola per controllare lo stimolo della fame.
L'acqua, però, non è l'unico liquido che introduciamo nella nostra dieta, esistono miriadi di bevande presenti in commercio con caratteristiche diverse. Avendo già parlato precedentemente dei pro e contro di birra e vino, oggi vorrei spendere due righe riguardo le bevande gasate; l'acqua non apporta nessuna caloria, lo stesso, invece, non si può dire di tutti quei prodotti che si ritrovano sulle nostre tavole ormai da anni. Non sarò io a dirvi quante calorie contiene un bicchiere della vostra bibita preferita, desidero che siate voi ad informarvi attraverso l'etichetta e a riflettere sulla reale utilità di questi prodotti.
Sono tra i principali nemici della nostra dieta e soprattutto della nostra salute.

martedì 22 gennaio 2013

A come Alimentazione

L'alimentazione è nata con la vita, ci da energia, nutrienti e sostanze che normalmente vengono eliminate durante le attività quotidiane. Ma l'alimentazione è anche un fenomeno sociale che rispecchia fedelmente ogni singola comunità; i paesi ricchi fanno un uso sconsiderato di tutti gli alimenti, mentre nelle regioni più povere i problemi sono diametralmente opposti.
Deve essere intesa, quindi, anche come prevenzione, poiché molte delle malattie che affliggono la nostra era derivano in vario modo da ciò che mangiamo.
L'alimentazione è un argomento più ampio e non il semplice susseguirsi di ogni pasto; bisogna conoscere le richieste del proprio organismo e affiancarle al gusto, allo stile di vita e alle proprietà dei singoli alimenti. E' necessario dedicare del tempo nella scelta e nella preparazione dei singoli piatti, sia perché in cucina si può dare spazio alla fantasia, sia perché è importante prendersi cura del proprio corpo in ogni modo.
Inoltre l'alimentazione diventa un modo per stare in famiglia o con gli amici, un momento per conoscersi, raccontarsi ed ascoltare, magari con un piccolo pensiero rivolto a chi è meno fortunato di noi. Diamo la giusta importanza a quello che abbiamo anche se siamo abituati a vederlo come un qualcosa di semplice e scontato.

venerdì 18 gennaio 2013

Toxoplasma in gravidanza: conoscerlo per prevenirlo.

La toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita, Toxoplasma gondii, che vive in molti mammiferi e alcuni uccelli; il suo ospite per eccellenza è il gatto che, attraverso le feci, elimina delle cisti che possono contaminare oggetti domestici o alimenti. A seguito di questa breve parentesi rivolta a spiegare molto brevemente le abitudini di questo parassita, è necessario chiarire che la toxoplasmosi è una patologia spesso asintomatica e che diventa grave solo in caso di prima infezione durante la gravidanza. Il microrganismo, infatti, è capace di raggiungere il feto attraverso la placenta e di dare problemi allo sviluppo o persino essere causa di aborto spontaneo.
Il toxo-test mira a ricercare anticorpi contro toxoplasma, per verificare un'avvenuta infezione precedente al concepimento, evento che eliminerebbe ogni sorta di pericolo; in caso di negatività, invece, la paziente deve ripetere il test mensilmente, intraprendendo delle accortezze per ridurre al minimo il rischio di infezione.
Per quanto riguarda l'alimentazione, sono molti i cibi da tenere sotto controllo; in linea generale la cottura uccide il parassita evitando una possibile contaminazione, ma come vedremo non è sempre così.
Il primo consiglio dato da ogni ginecologo è di evitare la carne cruda o poco cotta, perché può contenere le cisti di toxoplasma; sono però pochi gli specialisti che scendono più nei particolari, suggerendo la cotture di tagli molto sottili a scapito di bistecche arrosto, polpette e roast-beef. Questa differenza risiede nella capacità del calore di raggiungere anche le porzioni più interne del nostro prodotto; carni cotte in un pezzo unico, tritate e compresse o più spesse mantengono l'interno poco cotto. La salsiccia, ad esempio, è perfetta se cucinata al forno (200°C per più di mezz'ora) ma non sulla brace; il tritato è ottimo per preparare il ragù (cucina per molte ore) ma non per le polpette.
Per quanto riguarda i salumi, bisogna fare lo stesso ragionamento e favorire i prodotti cotti o stagionati per più di 30 mesi; la stagionatura infatti, se prolungata, tende ad uccidere i microrganismi nel prosciutto crudo. Sotto questo punto di vista, però, la provenienza e quindi la qualità sono importanti, in quanto la stagionatura non è sempre condotta allo stesso modo. Lo stesso vale per il prosciutto cotto; solo se di ottima qualità è sicuramente cotto a 70°C per circa 3 ore, mentre in altri casi rimane parzialmente crudo nelle porzioni centrali. Un classico esempio è visibile in quelle fette in cui il colore non è uniforme, bensì più chiaro all'esterno e più scuro all'interno.
Un'altra nota dolente è rappresentata da frutta e verdura, che si contaminano direttamente o indirettamente con le feci del gatto; si possono tranquillamente consumare cotte oppure se lavate con cura. Un consiglio è quello di sciacquare con attenzione, immergere in acqua e bicarbonato per 30 minuti e risciacquare nuovamente; esistono però alcuni prodotti che non si prestano facilmente a questo procedimento in quanto particolarmente fibrosi, tra questi ricordiamo funghi, sedano e finocchio. Anche le fragole, per via della loro composizione e morfologia, sono da evitare, così come gelati e frullati a base di questo frutto; lo stesso discorso non vale invece per la marmellata poiché cotta.
Il pesce crudo, invece, non è causa di infezione da toxoplasma, ma viene comunque eliminato dalla dieta per mettere la donna gravida al riparo da altri microrganismi. Il congelamento (-20°C per 5 giorni), infine, riesce a ridurre notevolmente la carica parassitaria, ma non è sempre sufficiente per eliminare ogni rischio di infezione.
Altre abitudini da non sottovalutare sono quelle di lavare le mani immediatamente dopo aver maneggiato carni, frutta e verdura cruda; usare guanti per il giardinaggio e disinfettare tutti gli utensili usati sia in giardino che in cucina.
Fate inoltre attenzione nel relazionarvi con i gatti, soprattutto se randagi; quelli domestici, se non abituati ad andar in giro a caccia di altri animali, non saranno probabilmente vettori di infezione. Un consiglio pratico è quello di cambiare la terra della lettiera del gatto non oltre le 24 ore, sfavorendo l'attivazione delle cisti appena emesse.
Questi sono solo alcuni consigli da affiancare a quelli di uno specialista, il quale avrà le capacità ed il tempo si seguirvi durante tutta la gravidanza. Ricordate però che in questi casi la prudenza non è mai abbastanza anche se esistono delle cure che, se iniziate tempestivamente, presentano dei risultati eccezionali. Consideratelo un modo per imparare ad aver cura di vostro figlio prima ancora della sua nascita.

martedì 15 gennaio 2013

OGM: la nostra opinione...


Dopo avervi proposto due interviste ad alcuni "esperti immaginari" in ambito di OGM, voglio cercare di fare un po' di chiarezza, presentandovi la mia personale opinione intermedia a queste due idee.
Avrete sicuramente capito, leggendo i post precedenti, cosa siano gli organismi geneticamente modificati e quali siano le tecniche utilizzate per ottenerli; voglio però sottolineare che l'uomo, già in passato, concentrò le sue conoscenze sulla manipolazione delle caratteristiche dei singoli prodotti; l'esempio più eclatante è costituito dagli incroci agroalimentari, che ci permettono di avere sulle nostre tavole dei frutti prima inesistenti. Con l'avvento dell'ingegneria genetica, quindi, si sta solo modificando la modalità di selezione dei prodotti, in quanto, se prima venivano scelte direttamente le caratteristiche evidenti, ora si è capaci di riprodurle attraverso modificazioni geniche.
Non metteremmo mai in dubbio la sicurezza di un mandarancio o del moderno mapo, tuttavia, anche in quel caso, l'uomo è intervenuto nella loro creazione, seppur in modo diverso.
Con questa dichiarazione non voglio ovviamente paragonare questi innesti agli OGM, anche se quest'ultimi, se utilizzati con intelligenza, possono considerarsi molto utili.
Il problema reale risiede negli interessi, soprattutto economici, che si stanno concentrando in questo settore; sempre più multinazionali stanno acquisendo grosse fette di mercato, proponendo questi prodotti ad un target sempre più vasto. Sono nati marchi, supermercati, siti di e-commerce che si occupano unicamente di prodotti geneticamente modificati, parallelamente sono sorti i primi dubbi, critiche e ricerche scientifiche contrastanti.
Una delle più famose è stata condotta dal ricercatore francese Eric Séralini, un biologo molecolare dell'Università di Caen; i suoi studi sulla presunta pericolosità degli OGM hanno terrorizzato l'opinione pubblica, ma con il tempo molte critiche e controversie evidenziate hanno riportato gli animi sotto il livello di allerta.
Questo è solo un esempio dell'importanza mediatica che questo argomento sta ricoprendo, per cui è opportuno fare attenzione ad ogni dichiarazione, sia in senso positivo che negativo.
Tornando al discorso iniziale, a mio avviso, il reale pericolo del consumo di prodotti modificati geneticamente risiede nell'enorme movimento di capitali attorno alla loro produzione; questa serie di interessi potrebbe portare alcune società a intraprendere dei comportamenti non idonei alla manipolazione degli OGM ed essere meno attente sui controlli necessari per evitare pericoli per la salute umana.
Per questo motivo non sono contrario alla loro sperimentazione ma sono convinto che sia necessaria una precisa legislazione per azzerare i rischi e garantire il benessere del consumatore. Sarebbe inoltre poco astuto, in un periodo di crisi come questo, abbandonare un settore di ricerca e sviluppo così ampio e proficuo per il nostro paese, a favore di molte altre nazioni mondiali.
Dico quindi si agli OGM, ma solo dopo tutte le verifiche necessarie per ciascun prodotto.


Articoli precedenti:
OGM: la parola all'esperto (http://dietainsalute.blogspot.it/2013/01/ogm-la-parola-all.html?m=1)
OGM: la parola al critico (http://dietainsalute.blogspot.it/2013/01/ogm-la-parola-al-critico.html?m=1)

domenica 13 gennaio 2013

OGM: la parola al critico...

Oggi vi vorrei proporre la stessa intervista dell'ultimo post ma interpellando un altro esperto con un'opinione del tutto diversa. Possiamo denominare la figura intervistata con il semplice termine di critico; una persona che, nella nostra società e in tema OGM, può rappresentare molte figure professionali e sociali.
Domanda: "Buonasera, cosa sono gli OGM?"
Risposta: "Gli organismi geneticamente modificati sono, appunto, degli organismi ottenuti attraverso metodi del tutto innaturali come l'ingegneria genetica. Il loro utilizzo può produrre delle varianti innovative e con caratteristiche utili ma non ottimali dal punto di vista della sicurezza."
D: "Negli ultimi decenni sono sempre meno rari i casi di produzione di OGM, per quale motivo?"
R: " Dalla loro scoperta ad oggi, gli OGM hanno attratto l'interesse economico di molte società internazionali che hanno intravisto in questo settore un metodo facile e veloce per arricchirsi, riducendo, ad esempio, i rischi di un cattivo raccolto e proponendo dei prodotti con delle caratteristiche nuove."
D: " Quali sono i pro e i contro?"
R: " Ripeto, i pro sono tutti per chi commercializza questi prodotti geneticamente modificati, poiché, una volta creata la nuova "specie", è molto semplice produrla e proporla agli acquirenti. I contro riguardano invece i consumatori, che, ignari di tutto, sono sottoposti all'azione nociva degli OGM."
D: "Lei è favorevole alla produzione degli OGM?"
R: " No. Non sono favorevole perché sono degli organismi molto pericolosi per la nostra salute. Sono del tutto innaturali e la loro scoperta ha permesso solo l'arricchimento delle multinazionali. Perché ricreare dei prodotti già presenti in natura ma con delle caratteristiche che permettono una produzione più semplice e di massa? L'uomo ha sempre ricercato delle tecniche che gli permettessero di ottenere il massimo dalle proprie possibilità; probabilmente con la scoperta degli OGM ha superato la linea di demarcazione tra il beneficio ed il pericolo." [...]

Questa è una probabile opinione di chi non vede di buon occhio la sperimentazione degli OGM, e voi cosa ne pensate?
Vorrei inoltre ricordare che in questo post e in quello precedente sono riportate delle interviste del tutto inventate; ho fatto ciò per evidenziare al meglio le differenze sostanziali nel modo di avvicinarsi agli OGM da parte di favorevoli e contrari. Sono certo, ed è anche già accaduto, che in futuro incontreremo delle persone con dei pareri intermedi alle due versioni. Questo poiché l'argomento è talmente vasto e specialistico da permettere delle interpretazioni del tutto diverse.


giovedì 10 gennaio 2013

OGM: la parola all'esperto...

In questi ultimi giorni ho deciso di approfondire, attraverso diverse fonti, l'argomento degli OGM, cercando di creare una mia opinione il più personale possibile. Mi sono imbattuto in molti forum, blog o singoli utenti, ognuno dei quali propone le sue idee confutando nettamente quelle contrarie.
Per fare un po' di chiarezza, quindi, ho deciso di proporvi due ipotetiche interviste a degli interlocutori immaginari con dei pareri del tutto opposti.
Se io fossi un ricercatore di fama internazionale andrebbe più o meno così:

Domanda: "Salve dott. Pincopallino, può definirci cosa sono gli OGM?"
Risposta: "Buonasera, con l'acronimo OGM si indicano degli organismi geneticamente modificati attraverso delle tecniche di ingegneria genetica, le quali permettono di migliorare le caratteristiche fenotipiche del prodotto, inserendo o eliminando alcun elementi genici"
D: "Per quale motivo, negli ultimi anni, si sono sviluppate queste tecniche di modifica genica?"
R: "Beh, in realtà esistono molteplici OGM non propriamente detti che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Per definizione, solo l'ingegneria genetica può produrre degli organismi modificati, ma in realtà l'uomo ha sempre operato una selezione artificiale su tutti i prodotti. Attraverso gli incroci e la mutagenesi, infatti, si possono ottenere delle variabili fenotipiche successivamente selezionate; l'ingegneria genetica, invece, permette di selezionare dei particolari geni da addizionare o eliminare. Il primo OGM vero e proprio può essere considerato un batterio, Escherichia coli, portatore di un gene di rana, esso ha rappresentato nel 1973 il primo passo nella produzione del primo farmaco biotecnologico, l'insulina."
D: "Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell'uso degli OGM?"
R: "I vantaggi sono molteplici poiché si possono creare degli organismi con delle caratteristiche speciali utili all'uomo; gli svantaggi, a mio avviso, riguardano i grandi interessi economici che si stanno concentrando in questo settore, determinando dei comportamenti scorretti che possono mettere a rischio la nostra salute. Ciò non toglie che di base gli OGM siano stati una scoperta fondamentale nel determinare uno sviluppo dell'industria farmaceutica e agroalimentare."
D: "Lei è favorevole o contrario alla sperimentazione sugli OGM?"
R: "Estremamente d'accordo, sono però necessarie delle regolamentazioni per evitare il solito Far West italiano, considerando gli interessi economici che vi sono. Non possiamo rimanere indietro in un settore che rappresenterà uno dei punti cardine della futura ricerca scientifica." [...]

Ecco il parere di un ipotetico ricercatore favorevole alle pratiche di ingegneria genetica per creare organismi modificati. Successivamente seguiremo una seconda intervista con delle risposte del tutto diverse.

martedì 8 gennaio 2013

I probiotici, oggi e domani...

Come definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, i probiotici sono “degli organismi vivi che, se somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell'ospite”.Questi agenti possono essere propri o aggiunti agli alimenti e, come si può notare dando una semplice occhiata agli scaffali di ogni supermercato, stanno trovando sempre maggior diffusione e consumo.
In realtà è necessario distinguere i cosidetti fermenti lattici, presenti all'interno dei vari tipi di yogurt, dai veri e propri probiotici. I primi, infatti, subiscono una notevole riduzione a contatto con l'acidità gastrica e solitamente vengono del tutto degradati; i probiotici, invece, devono resistere al pH dello stomaco, sopravvivere nel tratto gastrointestinale e non generare reazioni immunitarie da parte dell'ospite. Solo così possono essere perseguiti i benefici per la nostra salute e soddisfatte le esigenze di ogni singolo individuo.
A questa categoria appartengono diversi microrganismi, ma i più comuni sono indubbiamente i Lactobacilli e i Bifidobatteri, presenti in molti prodotti come sostanze aggiunte o come componenti originali.
Essi possono coadiuvare il metabolismo del lattosio, diventando uno "scudo" fondamentale per gli intolleranti; prevenire la diarrea da assunzione di antibiotici, rilasciando enzimi nell'apparato gastrointestinale; possono inoltre rafforzare la flora batterica già presente, migliorando la difesa contro un gran numero di infezioni. In questo modo risultano molto utili al fine di proteggere quei pazienti con una scarsa attività immunitaria, ripristinando le difese.
Negli ultimi anni, però, si stanno svolgendo degli studi che potrebbero conferire ai probiotici un ruolo ancor più importante; sono, infatti, in corso delle ricerche destinate all'utilizzo di questi prodotti nella protezione da tumori, malattie cardiovascolari e altre patologie che costituiscono dei gravi problemi sociali.
E' opportuno, però, ricordare che i probiotici appartengono a vari ceppi batterici, quindi è necessario trattare l'argomento con tutte le precauzioni del caso, evitando di minare profondamente la nostra salute andando alla ricerca di nuove cure.


sabato 5 gennaio 2013

Qual' era la dieta dei nostri antenati?

Spesso mi sono imbattuto, su diversi blog e forum, in numerosi dibattiti riguardo la dieta dei nostri progenitori; non si sa ancora bene quali siano stati gli alimenti base della nostra alimentazione e, quindi, quali siano i cibi più "naturali" per il nostro organismo; per questo motivo esistono diverse ricerche che studiano reperti fossili trovati in siti paleolitici sparsi per il mondo.
Da risultati recenti si può evincere come la dieta dell'uomo preistorico si basasse principalmente su alimenti di origine vegetale, più semplici da reperire e conservare. Questa affermazione è confermata dalla ricerca di alcuni isotopi a livello di denti fossili e utensili da "cucina" rinvenuti in numerosi siti archeologici.
Esiste una sola eccezione a questa teoria ma deve ancora trovare conferme; sembra infatti che alcuni esemplari, appartenenti al genere Homo e risalenti a circa 30000 anni fa, fossero prettamente predatori, in quanto la ricerca di residui organici sulla loro dentatura ha dato dei risultati molto simili ad alcuni animali carnivori. Alcuni studiosi cercano di correlare queste differenti abitudini alimentari all'ampliamento della scatola cranica, del cervello e quindi delle capacità intellettive, ma sono ancora da chiarire i reali bersagli della predazione e la possibilità di sporadici eventi di nutrizione carnivora.
In linea di massima, quindi, i nostri antenati consumavano molti più vegetali rispetto alle nostre abitudini; a farla da padrone, però, non erano frutta e verdura bensì bacche, radici e cereali. Il consumo di carne, invece, ha raggiunto il suo apice attraverso lo sviluppo delle tecniche d'allevamento, mentre la caccia costituiva una fonte alimentare meno frequente.
Oggi invece viviamo in una società che ci permette di scegliere gli alimenti di ogni singolo pasto, calcolare le quantità dei nutrienti a nostra disposizione o scegliere quale dieta, tra quella vegana, vegeteriana ed onnivora, intraprendere. Non bisogna, però, dimenticare da dove veniamo e prendere d'esempio le abitudini del passato, avvicinarci alla nostra storia naturale e preferire una dieta che comprenda, per almeno il 60%, prodotti di origine vegetale. I prodotti animali sono importanti, ma possono essere ridotti o del tutto sostituiti migliorando le nostre condizioni di salute ed aiutandoci a ridurre il rischio di incorrere in determinate patologie molto sviluppate nella nostra era.

martedì 1 gennaio 2013

Carne e pesce crudo, il pericolo è dietro l'angolo.

L'uomo, nel corso della sua storia, ha combattuto una guerra contro nemici invisibili capaci di colonizzare tutti gli ambienti terrestri, i parassiti. Grazie alla bonifica di diversi ecosistemi, la scoperta di farmaci essenziali e le migliorie igieniche sono state sconfitte diverse infezioni, spesso letali in passato. Non è un caso che malattie come la malaria e la leishmaniosi hanno visto ridursi il proprio areale di diffusione fino a scomparire nelle regioni maggiormente sviluppate. Negli ultimi anni, però, alcune abitudini alimentari hanno incrementato notevolmente il numero di casi di infezione da parte di alcuni microrganismi; il consumo di carne e soprattutto pesce crudo, infatti, ha aumentato il rischio di venir in contatto con parassiti appartenenti alla famiglia delle tenie e ai generi Opistorchis e Anisakis.
Il problema di questi prodotti crudi o poco cotti risiede nella presenza di larve e uova dei parassiti che non vengono "uccise" attraverso le comuni pratiche di cottura; l'assunzione di questi alimenti, quindi, rappresenta un serio rischio per quelle popolazioni che vivono in regioni del mondo nelle quali sono presenti questi microrganismi.
Ad esempio, in Italia, seppur con un incidenza abbastanza bassa, si verificano dei casi di teniosi, cisticercosi e anisakidosi. Le abitudini maggiormente scorrette riguardano l'assunzione di carne di maiale cruda o cotta "al sangue", il consumo di sushi o pesce marinato e la mancanza di informazione sui principali metodi di conservazione degli alimenti.
Vorrei sottolineare come le patologie correlate a questi parassiti solo raramente risultano essere gravi per la salute; solo a seguito di ritardi nella diagnosi e nelle cure, l'azione patogena può danneggiare gravemente l'organismo.
Per ridurre il rischio al minimo occorre, quindi, cuocere sempre questi prodotti oppure conservarli previo congelamento prima di consumarli; occorre ricordare che oltre queste normali attenzioni, alcune "categorie", come le donne in gravidanza o gli immunocompromessi, devono aumentare il loro livello di allerta per non compromettere la propria salute o quella del bambino; esistono infatti parassiti come Toxoplasma gondii che possono raggiungere il feto e causare dei gravi danni nello sviluppo, oppure, negli individui immunodepressi, passare da uno stato di quiescenza ad uno attivo, colpendo soprattutto il sistema nervoso centrale.
Non bisogna, quindi, considerare il nostro mondo totalmente libero da questi parassiti, la loro capacità di riprodursi ed adattarsi a diverse condizioni di vita li rende, infatti, il pericolo numero uno per la salute umana, poiché anche da semplici abitudini, da noi considerate innocue, possono trarre vantaggi enormi.