sabato 27 ottobre 2012

Il ferro e l'anemia

Il ferro è un micronutriente con molti ruoli biologici ma che deve la sua fama alla sintesi di emoglobina e alla produzione dei globuli rossi. Ovviamente questo elemento risulta essere una delle componenti di molte altre molecole, come la mioglobina e la clorofilla, e il coinvolgimento con alcune forme di anemia lo ha messo al centro di innumerevoli dibattiti sulla sua reale importanza.
L'anemia sideropenica è una patologia strettamente correlata alla carenza di ferro ma, al contrario di quanto si possa pensare, sono pochi i casi in cui questa sia dovuta ad un'alimentazione sbagliata. Come detto in precedenza, il ferro entra in gioco nell'eritropoiesi, il processo che nel midollo osseo porta alla formazione dei globuli rossi; queste cellule anucleate hanno una vita media di circa 120 giorni e confrontando i loro meccanismi di produzione e degradazione si nota come si possano perdere fino a 2 mg di ferro al giorno. Questa quota è decisamente esigua rispetto ai circa 4 grammi totali contenuti dall'organismo, ma deve comunque essere assunta attraverso la dieta; da questo si può intuire come la maggior parte delle cause di anemia sideropenica siano da ricercare in perdite ematiche. Per questo motivo le donne in età fertile e gli individui con patologie a livello del tubo digerente, che comportano lievi ma continue perdite di sangue, rappresentano il soggetto anemico tipico. Questi pazienti dovranno quindi controllare i livelli di ferro attraverso l'alimentazione e solo in alcuni casi sarà utile la somministrazione di integratori.
Esistono molti cibi, sia di origine animale che vegetale, che contengono ottimi livelli di ferro ma alcune variabili rendono ogni alimento diverso da un altro. In primo luogo questo nutriente può trovarsi sotto forma di ferro eme e ferro non eme; il primo è esclusivo dei cibi animali e viene assorbito nell'intestino con maggiore facilità, il secondo invece è contenuto anche nei vegetali ma richiede delle reazioni aggiuntive per essere metabolizzato. Per questo motivo prodotti molto ricchi di ferro, come gli spinaci, hanno una limitata biodisponibilità rispetto alla carne o al pesce; sono quindi necessarie maggiori quantità per soddisfarne il fabbisogno quotidiano.
Esistono, però, delle particolari associazioni che possono favorire o inibire l'assorbimento; l'acido ascorbico, meglio conosciuto come vitamina C, permette la riduzione a ioni ferrosi migliorando la biodisponibilità; prodotti come il tè o il caffè, invece, si comportano esattamente in maniera inversa, dunque il loro consumo deve avvenire lontano dai pasti. Sarà utile, quindi, condire sia le carni che le verdure con succo di limone, consumare frequentemente legumi e accompagnare i cereali con dell'ottimo succo d'arancia. Questi semplici consigli sono utili per ridurre al minimo l'utilizzo di integratori, prescritti per curare alcuni casi di anemie; bisogna infatti precisare che dosi eccessive di ferro risultano essere tossiche per l'organismo e in particolare per il fegato.
A seguire troverete una tabella che riassume i livelli di ferro contenuti in alcuni alimenti, questi valori, però, non tengono conto della biodisponibilità; ricordiamo quindi che solo il 2-10% di ferro dei vegetali è assorbito, il tasso è notevolmente superiore nei cibi animali e può raggiungere anche il 35%., Questo può essere utilizzato per soddisfare il fabbisogno giornaliero di 2 mg, ma è opportuno, soprattutto in casi fisiopatologici, rivolgersi ad uno specialista.
 

Alimento

Apporto di ferro per 100g di prodotto
Carne

1-2,5mg
Fegato

8-18mg
Latte

0,1mg
Uova

1,5mg
Spinaci

3mg
Legumi

8mg
Cereali

≈10mg
Frutti di mare

>20mg

 
 
Dieta in Salute

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